THE EMBASSY OF THE SOVEREIGN MILITARY ORDER OF MALTA IN LJUBLJANA

THE APOSTOLIC  NUNCIO H.E. ARCHBISHOP JULIUSZ JANUSZ  CELEBRATING THE HOLY MASS AT ST. NICHOLAS CATHEDRAL IN LJUBLJANA

FRA’ NICOLÓ CUSTOZA DE CATTANI KNIGHT OF JUSTICE OF THE SOVEREIGN MILITARY HOSPITALLER ORDER  OF ST. JOHN OF JERUSALEM OF RHODES AND OF MALTA

Speech of Frà Nicolò

 

a Lubiana, 7 giugno 2018

Eccellenza Reverendissima, Eccellenze, Autorita’ civili e religiose, cari confratelli e consorelle,

è con grande piacere che mi trovo qui tra Voi e Vi porto i saluti di S.E. il Gran Commendatore fra’ Ludwig Hoffmann von Rumerstein e di S.A.E.ma fra’ Giacomo dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, Principe e Gran Maestro. Ringrazio S.A.S il Principe Windisch-Graetz, nostro ambasciatore presso la Repubblica di Slovenia, per il gentile invito e per la sua opera in questa terra.

Il nostro Ordine è una istituzione ecclesiale molto antica e particolare, che potremmo definire unica. Infatti ha una conformazione trinitaria: è al contempo ordine religioso-laicale, cavalleresco-militare, nonché sovrano. Si può erroneamente pensare che queste tre dimensioni siano staccate l’una dalle altre, ma così non è! La nostra è una famiglia religiosa che vive la sua vocazione profetica mediante il carattere cavalleresco-militare, quella sacerdotale mediante il servizio della carità  e quella regale attraverso la sua natura sovrana, ancella funzionale all’esercizio dei nostri carismi.

Diversi sono i “gradi” cavallereschi al nostro interno, ma sulla base di quanto detto sopra e utilizzando la metafora evangelica della vite, potremmo affermare che i Cavalieri di Giustizia Professi (in quanto religiosi in senso canonico) sono come il fusto della pianta, innestata sulle radici che sono  Cristo, mentre i tralci sono gli  altri cavalieri, le dame, i volontari, che portano i frutti che sono le opere di carità, il servizio alla Chiesa ed al Santo Padre; tutti questi vivono insieme l’ unica vocazione e l’esercizio dei carismi Tuitio Fidei ed Obsequium Pauperum , pur variando il loro grado di adesione agli stessi. Tutti insieme formiamo una  “unica vite”, parte di quell’ unico Corpo Mistico di Cristo che è la Chiesa ed il nostro fine, come sempre, è proclamare la Gloria di Dio mediante la santificazione dei nostri membri nel servizio alla Chiesa, al Santo Padre e ai bisognosi e sofferenti.

Da questa raffigurazione  si può evincere come al centro dell’ ordine ci sono i Cavalieri di Giustizia, coloro che sono chiamati dal Signore a vivere in pienezza la vocazione giovannita (infatti sono canonicamente definiti i membri pleni iure) ed è per questo motivo che il Gran Maestro, come pure altre cariche, non può che essere scelto tra loro. 

Permettetemi un pensiero al neo eletto Principe e Gran Maestro fra’ Giacomo dalla Torre; Vi invito ad un ricordo particolare in questa Santa Messa, perché il Signore, che lo ha chiamato a questo importante ruolo in un momento delicato nella nostra storia, lo sostenga, lo illumini e lo guidi nel governo.

THE KNIGHTS OF THE SLOVENIAN ASSOCIATION OF THE SOVEREIGN MILITARY ORDER OF MALTA WITH FRÁ NICOLÓ AND THE AMBASSADOR H.S.H. PRINCE WINDISCH-GRAETZ

Ambassadors Resident in Ljubljana participating at the Sovereign Order of Malta festivity of  St. John the Baptist

On the National News about the Orders celebration in Ljubljana

https://youtu.be/4te70_2g9Q8

Družina, št. 25,20-Nicolo

 

Pogovor s Fra’ Nicolom di Custoza de Cattanijem, 7. junija 2018, Ljubljana

Vprašanja:

A)M. Fra’ Nicolo, are you first time in Slovenia?

  1. B) Which impression do you have about our country, Ljubljana, people here?
  2. C) What is the purpose of your visit today in Ljubljana before the feast of Saint John?

Č) In your speach in the cathedral of Ljubljana you pointed out the mostly important rule for the members of the Order: Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum. How to live that rule today, in the modern world?

  1. D) You said, that very important is also the faith? Than good works, to serve the Church, Holy Father …
  2. E) We also prayed for the new Grand Master Fra’ Giacomo dalla Tore and other leading members of the Order, that passed hard times; that the reform od the Order will have a success. Could we say, that these are three most important things, pillars of the Order: strong faith, good works and pray.
  3. F) The Founder of the Order, Brother Gerard, has saw »Jesus« in the sick people. They named them »Signori«. Is still the same attitude to them in the Order?
  4. G) The Order is also very important in the diplomatic sens, because it optains relations with many coutries, goverments, international institutions. Also with our state Slovenia. So not only as charitable organisation, institution, but also politically.
  5. H) The Order is helping people on different fields. Where especially?
  6. I) So the members must be prepared to do this. Not to be a knights as were the noble people, aristocracy, in the past time, but to be noble in the spiritually sens, really love people, help them, where is often hard, impossible without love to Jesus and to his brother in need.
  7. J) In Slovenia we have not our own aristocrasy, only some people, one lady in our association. We have only 35 Members (magistral knights and priests) and around hundred volunteers. We are small and young assotiation. What is mostly important for us in future? Which members to accept?
  8. K) Important is also the connection with the seat of fhe Order in Rome. What do you expect from us?
  9. L) We are expecting the new Constitution of the Order? When and what will be really new in it?
  10. M) So we can say, that the Order will be after troubles, temptations and proofs stronger as it was before.
  11. N) To acchieve it are also important priests in the Order. We have different kinds of them from cardinal to parish priests.
  12. O) Important is also the picture of the Order in the press, outside, among people. They imagine the Order and the members sometimes totaly wrong, as misterious organisation with special rutials, reach people, like a masons. The truth is completly different.
  13. P) Sure, you meet some important people here in Slovenia, maybe archbishop Stanislav Zore, also the people from our goverment. When we can expect the visit of the Grand Master in Slovenia?
  14. R) How to solve the problems, that we have. Per example with the people, that are not active, not pay the annually contribution for the Order, has the wrong picture about it. Maybe we must obey the latin proverb: Festina lente. Grand Master Fra’ Bertie said our aincient president Carl de Villavicencio Margheri in Lurd: Not hurry! Small staff can also do great works.
  15. S) How to get the young people in the Order? New volonteers?

Š) Some people don’t understand, that the Order was military (Ordine militare).

That in the Order is important to obey, do this, that »the leading« Stuff tell them, not that, they want alone.

  1. T) The future of the Order depend also from the »first Class« members. You are one of them. In Slovenia we have not the members of first and second Class, only the third Class.
  2. U) What is the wish of the Grand Master for the future of the Order?
  3. V) Is expecting the reorganisation of the Order?
  4. Z) How to work with the simpatisers of the Order? Suporters (financialy and moral).

Ž) The last question: colaboration with foreign organisations, Grand priorats, members. We have good relationship with italian members, we pilgrimage together with them in Lourdes, before with the austrians members. At home with the Church: bishops, priests, believers. How to present the Order, that we have a success, get new members, to give the really picture outside. Also in the Press.

 

Fra’ Nicolo, thank you very much for your answers and happy return in Rome!

  1. No, sono stato già altre volte in Slovenia in visita di piacere, per lo più nella parte del Collio sloveno e a Porte Rose in barca con amici. Ho avuto modo di visitare la bella Lubiana una sola volta, quando ivi era ambasciatore italiano un mio cugino. Con l’Ordine ricordo una Santa Messa presso il santuario di Monte Santo a Nova Gorica ed una missione con la mia Delegazione del Friuli Venezia Giulia durante l’ ultimo periodo bellico, quando portammo dei viveri e medicinali in Croazia facendo scalo a Koper.
  2. Ho sempre trovato Lubiana una bella città, con il suo sapore mitteleuropeo, e ho percepito molte somiglianze caratteriali dei suoi abitanti con i Friulani.
  3. Oggi sono qui presente su gentile invito di S. A. S. il Principe Hugo di Windish-Graetz, nostro ambasciatore presso la Repubblica di Slovenia, in rappresentanza del Gran Commendatore fra’ Ludwig Hoffmann von Rumerstein, portando anche i saluti S. A. E.ma il Principe e Gran Maestro fra’ Giacomo dalla Torre del Tempio di Sanguinetto.

Č) Questi due motti, sono due facce della stessa medaglia , ed insieme indicano la rotta per                                                          vivere quotidianamente il fine del nostro Ordine secondo la spiritualità giovannita. Oggi come ieri siamo chiamati a vivere una ermeneutica della continuità, ossia noi oggi siamo in linea di continuità con i fratelli giovanniti che ci hanno preceduto nel vivere e testimoniare nel quotidiano il dono della Fede e della Carità mediante la nostra santificazione nel servizio alla Chiesa, al Santo Padre ed ai bisognosi, sia poveri che sofferenti.

  1. Non ci può essere vera Carità se prima non c’è Fede. Per amare il prossimo devo essere conscio che io stesso sono amato per primo da Dio, e riempito di questo amore allora lo posso donare ai fratelli.
  2. Come appena detto Fede e Carità sono i nostri pilastri e la preghiera, come pure l’ accostamento periodico ai Sacramenti , sono gli strumenti per ricevere la Grazia che ci sostiene e ci illumina nel nostro libero agire. Come diceva Santa Madre Teresa di Calcutta: “Senza Dio siamo troppo poveri per aiutare i poveri”
  3. Secondo la nostra specifica spiritualità la persona che è nella stato di sofferenza vive una particolare presenza di comunione spirituale del Cristo Sofferente, ossia quando il Signore Gesù ha sofferto per noi in Croce, ha condiviso in quel momento tutte le sofferenze di ogni uomo in ogni periodo della storia. Quindi, come l’ eucarestia è memoriale della morte e resurrezione del Cristo che si fa realmente presente sotto la specie del pane e del vino, così il sofferente (povero, bisognoso, malato, ecc.) anche se lo ignora, è tempio di una presenza spirituale ma reale di Gesù. Per tale motivo nel nostro ordine si è sempre utilizzato l’appellativo di Signoreper il malato, perché curando lui nei suoi bisogni, si serve il Messia.
  4. Fin dal 1113 con bolla Piae Postulatio Voluntantisdi Papa Pasquale II , il nostro ordine religioso è stato riconosciuto Sovrano, e questa sua caratteristica, tutt’ oggi in essere, è sempre stata l’ ancella funzionale all’ esercizio dei suoi carismi.
  5. L’ Ordine da sempre interviene per testimoniare l’ amore di Dio in favore dei poveri, dei malati, dei bisognosi, dei senza patria, curandone così l’ elevazione spirituale pur nel rispetto di differenti credo.
  6. La ringrazio per questa domanda che mi permette di spiegare un aspetto peculiare della nostra famiglia e così fugare dubbi o errate interpretazioni. La caratteristica nobiliare del nostro ordine è strettamente legata alla sua natura cavalleresca ed è in relazione con la dimensione regale del nostro Battesimo. Non bisogna confondere la nobiltà con il titolo nobiliare, perché sono concetti paralleli ma non coincidenti. La nobiltà è uno status morale, etico, valoriale, sociale per vivere le caratteristiche dei Santi (V. Sal 15 “…Per i santi, che sono sulla terra, uomini nobili, è tutto il mio amore) che per alcuni secoli ha assunto anche una dimensione politica e funzionale. Questa prerogativa deriva dal Battesimo che ci rende partecipi della regalità di Cristo e siamo da sempre tutti chiamati a vivere questo dono nella vita. Il titolo nobiliare invece è una componente storica immanente, che aveva una sua logica funzionale per tutto il feudalesimo. L’ ordine da sempre richiede la nobiltà, perché congenita alla cavalleria cristiana e quindi alla dimensione profetica specifica della nostra famiglia religiosa. Tutti quelli che sono chiamati dal Signore a farne parte, oggi come ieri, sono chiamati a vivere la regalità battesimale secondo i carismi giovanniti, quindi sono tutti riconosciuti “nobili” in quanto chiamati a perseguire la virtù. La nobiltà di sangue è solo uno stimolo in più a vivere la virtù, e va interpretata come un talento evangelico da mettere a frutto per il Regno di Dio, non come oggetto di vana gloria umana. Alla luce di tutto ciò si comprende come tutti noi siamo in continuità carismatica e di vita con i fratelli cavalieri che ci hanno preceduto per vivere la vocazione battesimale alla Santità.
  7. Spero di essere stato chiaro nello spiegare il concetto di nobiltà, ma posso solo aggiungere che l’ unico discriminante da adottare nella ricezione di nuovi membri è il valutare se i candidati hanno la vocazione giovannita o meno.
  8. E’ sempre importante vivere la comunione nella Verità tra le “periferie” e il “centro” e vi auguro di crescere nella coscienza e nella conoscenza della nostra identità specifica, anche nel legame e nell’ aiuto alla vostra Chiesa locale.
  9. Come sapete la sollecitudine materna della Santa Chiesa ci ha chiamati ad una riforma e noi, come devoti figli ubbidienti, abbiamo risposto al Santo Padre col nostro fiat. Il percorso non è facile, ma confido nell’ aiuto dello Spirito Santo che non mancherà di guidarci sui sentieri corretti. Credo che la vera novità, come per il Concilio Vaticano II, sarà un “ritornare” all’ essenza delle origini, riponendo al centro la dimensione religiosa consacrata nella riscoperta di una maggiore comunione di servizio con tutti i membri e volontari, per “combattere” assieme la buona battagliacontro le sfide dei tempi di oggi.
  10. La storia della Salvezza ci insegna che la via della Gloria della Resurrezione è preceduta dal Calvario e dalla Croce quindi, citando San Giovanni Paolo II, non dobbiamo avere paura perché il Signore Gesù Cristo ha vinto la morte e ci ha resi partecipi di ciò.
  11. Il nostro è fin dalla sua fondazione un ordine laicale, ossia i frati che lo compongono non sono preti. Altresì però abbiamo sempre avuto una presenza di presbiteri per l’amministrazione dei sacramenti, e tali oltre ad essere necessari per tale funzione, ci aiutano nella direzione spirituale e nella formazione specifica in sostegno dei cavalieri professi.
  12. La comunicazione interna ed esterna dell’ ordine oggi più che mai deve essere competente ed efficace, non tanto per farci pubblicità (cosa che non vogliamo e di cui non abbiamo bisogno), bensì per poter meglio operare nel secolo. In tal senso sono molto importanti le azioni ed i rapporti con le autorità ecclesiastiche e civili.
  13. Come sapete fra’ Giacomo dalla Torre è stato appena eletto ed ha subito trovato una agenda molto fitta di impegni. Credo però che sarebbe molto contento di una visita qui da voi, anche perché per alcuni anni è stato Gran Priore del mio Gran Priorato di Lombardia e Venezia, che è qui vicino a voi e quindi per lui sarebbe un ritornare in zone che non gli sono del tutto estranee.
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  15. Nessuno è esente da problemi. Quelli che lei mi sottopone sono comuni a molte realtà melitensi. Personalmente ritengo che una buona vita di Fede e Carità permette di affrontare le difficoltà, anche perché il Signore non abbandona il Suo popolo! Sono convinto che una maggiora conoscenza della nostra identità specifica è uno strumento utile a risolvere certe tematiche, perché ci convoca ad una assunzione di responsabilità.
  16. Per esperienza personale di tanti anni nei settori giovanili dell’ ordine, vi posso dire che i giovani possono dare grande entusiasmo e nuova linfa, ma vanno coinvolti con delle prospettive carismatiche forti che testimoniano l’ identità specifica del nostro ordine. Questa azione parte dalla base del volontariato melitense sotto una appropriata guida dei cavalieri col sostegno dei cappellani opportunamente formati. Ricordo sempre che, come i cavalieri e le dame sono legati al corpo dell’ Ordine, i volontari sono (e devono essere) legati al cuore dello stesso!

Š) L’appellativo militare è riferito alla natura cavalleresca e non va inteso come belligerante, bensì come aggettivo riferito al miles christi, quindi al cavaliere di Cristo. Conseguentemente l’obbedienza è un atto di amore in risposta ad una chiamata di amore di Dio. E’ un farsi meno per lasciare spazio a Cristo  e, come Lui, farsi obbedienti alla volontà del Padre, che si manifesta anche nella vita della comunità giovannita.

  1. La nostra Sacra Religione (come era chiamata un tempo) è un ordine religioso della Chiesa Cattolica (pur con le sue peculiari particolarità), quindi per la sua esistenza è necessario, da un punto di vista canonico, che ci siano i Cavalieri di Giustizia, ossia i membri della prima classe. Abbiamo la grazia e la fortuna di avere moltissimi altri membri nel secondo e terzo ceto, chiamati a compartecipare all’ unico corpo e all’ unico carisma giovannita, per aiutare i professi nella Missione. Dobbiamo riscoprire un equilibrio di comunione per poter proseguire nel cammino e vi auguro che il Signore susciti anche qui in Slovenia altre vocazioni.
  2. Penso sicuramente che S. A. E.ma sia in linea con quanto ho appena detto e desideri ciò per la nostra famiglia.
  3. Questo dovreste chiederlo a Lui, comunque penso che come tutti desideri e si aspetti una riaffermazione della nostra identità.
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  7. Credo che la coerenza di vita secondo gli insegnamenti della Chiesa in linea coi nostri statuti, in particolare nel nostro servizio, siano il miglior “biglietto da visita” nei confronti di queste persone.

Ž) Rispondo a questa domanda proponendovi la Lettera paolina ai Romani (Rm 12, 1–21): ”Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.

Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri. Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi l’insegnamento, all’insegnamento; chi l’esortazione, all’esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.

La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità.

Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi.

Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male.”.